In occasione della XXVIII rassegna Spazio & Musica, il Museo civico di Palazzo Chiericati celebra il liuto, strumento principe del Rinascimento, offrendo, nella Sala d’Ercole delle sale terrene del corpo palladiano del museo, un approfondimento sulla sua storia, la sua evoluzione tecnica e la sua iconografia.
«Il liuto è uno strumento antichissimo, di probabile origine araba, definito "perfectissimo et eccellentissimo" dall’organista, contrappuntista e teorico musicale parmense del ‘500 Giovanni Maria Lanfranco - spiega Ilaria Fantin, assessore alla cultura, turismo e attrattività della città -. La sua forma, immediatamente riconoscibile, e la magia del suo suono evocano immediatamente una gloriosa storia che contraddistingue la cultura musicale europea del Rinascimento e del Barocco. Questa piccola ma pregevole iniziativa, collegata alla rassegna Spazio & Musica e ospitata nella prestigiosa sede palladiana del Museo civico di Palazzo Chiericati, capolavoro del Rinascimento italiano, ci fa entrare nel vivo dell’evoluzione tecnica e iconografica di questo strumento ‘principe’, offrendo al pubblico chiavi di lettura per comprenderne meglio il suo funzionamento e la sua rilevanza. Ringrazio dunque Mimmo Peruffo di Aquila Corde Armoniche di Caldogno per aver messo a disposizione la sua competenza tecnica e le sue conoscenze».
Il cammeo espositivo, curato da Mimmo Peruffo, artigiano cordaio e ricercatore nel campo della musica antica, ruota attorno all’esposizione di due ritratti femminili della sua collezione: uno del tardo Cinquecento raffigurante con tutta probabilità una cortigiana, l’altro settecentesco recante l’effigie di una nobildonna virtuosa dello strumento, dubitativamente identificata con l’arciduchessa Maria Anna d’Asburgo Lorena, figlia della coppia imperiale Maria Teresa d’Austria e Francesco Stefano di Lorena, virtuosa nel canto e nella musica e dedita agli studi scientifici.
Accanto ai dipinti sono presentati facsimili di documenti e pubblicazioni, riproduzioni e oggetti che compongono un focus su alcuni aspetti legati alla storia del liuto, alla sua forma, alla sua tecnica costruttiva e al metodo speciale di notazione chiamato “intavolatura”, offrendo spunti e sollecitazioni sull’importanza del liuto nella storia della musica e sulla sua rappresentazione nella storia dell’arte.
È esposta, inoltre, la riproduzione in scala reale di un liuto ad otto ordini, simile a quello rappresentato nel quadro della cortigiana. Il modello a cui il liutaio si è riferito è uno strumento originale del primo Seicento, conservato presso il museo Bardini di Firenze, costruito dal famoso liutaio ‘todescho’ Magno Tieffenbrucker, che operava a Venezia in calle dei Stagneri, in contrada san Salvador presso il ponte di Rialto, all’insegna dell’Aquila Negra.
Il liuto appare in numerosi ritratti e scene di genere quale simbolo da un lato dell’educazione musicale nelle corti, dall’altro dell’armonia mundi, per la sua capacità di accordare i cinque sensi e più in generale per il potere della musica di muovere gli affetti e le corde più profonde dell’animo umano, elevandolo.
Il titolo dell’iniziativa, “Musica corda levat”, significa la musica eleva il cuore e dunque l’anima. Si tratta di un’iscrizione ricavata dal Concerto allegorico di Dosso Dossi, uno dei pannelli conservati nella Galleria Estense di Modena, che componevano il soffitto, oggi smembrato, della camera da letto di Alfonso I d’Este del Palazzo Ducale di Ferrara (1524-1525).
Il cammeo espositivo sarà visibile dal 10 settembre al 10 novembre negli orari di apertura del Museo civico di Palazzo Chiericati, dal martedì alle domenica, dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17.30).
Informazioni e aperture straordinarie: https://www.museicivicivicenza.it/it/mcp/visita.php
Informazioni sulla rassegna Spazio & Musica, dall'11 settembre al 27 ottobre: https://www.spazioemusica.it/